La Grande Guerra fu rivoluzionaria sotto molti aspetti come l’aviazione, le tecnologie, le strategie e i campi di battaglia.

Una guerra totale che rase al suolo villaggi e foreste andando ad intaccare anche la popolazione civile causando numerosi morti per via dei bombardamenti.7

Ci fu però un piccolo tratto di fronte che per la maggior parte di esso rimase inviolato se non da parte di pochissimi esploratori, stiamo parlando del settore più occidentale del fronte italiano, dal Passo dello Stelvio al gruppo dell’Adamello dove le quote sempre al di sopra dei 2500 metri con punte anche a quasi 4000 metri offrivano distese di ghiaccio, creste vertiginose e un clima molto rigido con temperature che scendevano spesso al di sotto dei 20/30 gradi sotto lo zero.

Lungo questo tratto di fronte lungo ben 85 km l’unico punto in cui la quota scendeva sotto i 2000 metri è il Passo del Tonale a 1884 m s.l.m. questo portò i due eserciti già prima dell’inizio della guerra alla costruzione di difese molto importanti. Da parte italiana la costruzione dell’imponente Forte Corno d’Aola al Dosso di Prepazzone mentre da parte austriaca i forti realizzati furono ben 6 (Strino, Velon, Mero, Tonale, Presanella e Pejo) con un settimo progettato ma mai costruito che doveva sorgere sulla sponda sinistra orografica della Val del Monte.

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Con l’avvicinarsi della guerra iniziarono anche la costruzione di trincee, postazioni d’artiglieria e centri di rifornimento fino a quando, il 24 maggio 1915, scoppiano le ostilità e le truppe iniziano ad occupare le trincee già costruite e a crearne altre stendendo anche centinaia di chilometri di reticolati, cavi per linee telefoniche e funi per le teleferiche. Le mulattiere e le baracche per l’affluenza e lo stazionamento in prima linea si sviluppano rapidamente. Gli italiani sin da subito riescono a mettere in linea numerosi uomini mentre gli austriaci provati già da alcuni mesi di guerra faticano a spostare le truppe dal fronte orientale per portarle su quello italiano e soprattutto le poche truppe disponibili immediatamente le addossa nelle zone più fragili del fronte isontino. In questa remota regione e lungo tutto il confine del Tirolo l’Impero Austro-Ungarico schiera i battaglioni di Landesschutzen scarsamente equipaggiati e in numero davvero esiguo.

Gli italiani in queste zone di alta montagna non sfruttano questa situazione ma applicano una strategia che prevede di mantenere le posizioni svolgendo poche azioni di carattere offensivo solo per migliorare la propria situazione senza avere l’intenzione quindi di sfondare le linee nemiche.

Nella zona trattata in questo articolo le azioni non si fanno attendere, il 9 giugno 1915 viene sferrato un attacco da parte del battaglione alpini Morbegno contro le posizioni di Conca Presena. La marcia di avvicinamento è molto impegnativa e comporta un’intera notte di movimento per le truppe. All’alba scatta l’attacco contro le posizioni tenute da pochi difensori che si trovano in netto svantaggio numerico (gli alpini sono oltre 400 mentre i difensori non arrivano al centinaio di unità) e mal equipaggiati che con tiri precisi riescono a fermare l’avanzata italiana causando gravi perdite costringendo alla ritirata gli italiani. Questo è solo il primo di numerosi attacchi contro Conca Presena.

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Il secondo tentativo si ha il 25 agosto quando gli alpini, con il favore della notte, salgono i ripidi canaloni della cresta Lagoscuro – Castellaccio e con una veloce lotta alla baionetta scacciano i difensori che si ritirano in Presena. Da questo momento gli italiani dominano dall’alto la Conca Presena e Conca Mandrone ma la conquista sembra ancora lontana.

Ulteriori tentativi vengono effettuati il 14 settembre e il 30 ottobre ma senza alcun risultato.

Sulla sella del Tonale invece si effettuano azioni dimostrative per le azioni trattate precedentemente senza mai effettuare un vero e proprio attacco con grandi forze verso le linee austriache.

Nella regione del Montozzo, a nord del Passo del Tonale, gli alpini l’8 agosto 1915 sferrano un attacco contro i Denti di Ercavallo tenuti dagli austriaci e con un’ottima azione e una breve lotta all’arma bianca riescono a conquistare la posizione da cui dominano tutta la Val Montozzo e le posizioni austriache dei Cacaoli.

Il giorno 21 dello stesso mese gli alpini riescono a scacciare il nemico dal Torrione d’Albiolo dopo una lotta rapida e feroce. Da questo punto riescono ad osservare tutti i movimenti nemici in Val di Strino, centro cruciale della difesa austriaca a nord del Passo del Tonale. Gli austriaci sentendosi minacciati organizzano subito un attacco e il 23 settembre dopo un’azione perfettamente eseguita riprendono il controllo della cima.

Gli italiani tentano più volte la riconquista nei mesi successivi ma senza ottenere alcun risultato.

Scritto da Michele Ravizza