Sui libri di memorie e anche di storia la campagna di Russia del 1941-1943 è assurta a simbolo dell'impreparazione militare italiana nella seconda guerra mondiale. L'immagine stereotipata è quella del fantaccino armato di un inutile moschetto, che si trascina semiassiderato nella neve con indosso scarpe di cartone e pastrano sdrucito. Il regime ed i vertici militari sono stati accusati di aver voluto invadere la Russia, mandando allo sbaraglio una intera armata male equipaggiata non idonea ad operare nella steppa a - 40°. Sotto accusa sono stati la quasi totale mancanza di mezzi corazzati, di moderne artiglierie controcarri, di mitra per l'armamento della fanteria e soprattutto di vestiario in grado di proteggere i soldati dai rigori del clima invernale. Colonne di fanti appiedati, sparute forze corazzate dotate di carri leggeri da 3 e 6 tonnellate, alpini con i propri muli preparati alla guerra di montagna spediti a combattere nelle pianure ucraine contro truppe nemiche di stirpe mongola avvezze ai climi rigidi, abbondantemente fornite di potenti carri T34, temibili  lanciarazzi detti "organi di Stalin", efficienti mitra "Pepescià" (PPSh), cappotti, stivali e copricapi foderati di pelliccia. Oltre allo squilibrio qualitativo e quantitativo delle forze in campo, fu l'imprevidenza dello Stato maggiore del Regio Esercito ed in particolare dei servizi logistici, che, risultando incapaci di assicurare i rifornimenti essenziali alle truppe schierate sul Don, contribuirono in maniera determinante alla catastrofica ritirata ed alla distruzione di 10 tra le migliori divisioni del nostro Esercito. Questo bagaglio di nozioni fa parte ormai dell'immaginario collettivo e viene considerato come verità storica sia dai profani sia dagli storici di professione.

Davvero i servizi logistici fallirono così miseramente in Russia, lasciando decine di migliaia di soldati alla mercé dell'inclemenza del clima? Limitando in questa sede la trattazione al servizio di commissariato, branca vestiario ed equipaggiamenti, davvero lo Stato maggiore del Regio Esercito fu così negligente da non studiare per tempo i provvedimenti necessari al CSIR (Corpo di Spedizione Italiano in Russia) prima e all'ARMIR (Armata Italiana in Russia) nel secondo inverno in Russia per affrontare il gelo e le temperature glaciali caratteristiche del fronte orientale?

Scarpe di cartone 1

Radiofonisti del battaglione alpini sciatori "Monte Cervino" con equipaggiamento da neve. Nel settembre 1942 vennero emanate le Norme per la conservazione e il buon funzionamento dei materiali per le trasmissioni nei climi freddi (AUSSME).

Già nel corso della campagna di Grecia, l'equipaggiamento del fante italiano aveva mostrato gravi deficienze, che causarono 12.300 casi di congelamento su un totale di 63.000 feriti. Nel marzo 1941, dopo le amare esperienze dei reparti che avevano partecipato alle operazioni invernali sulle montagne greco-albanesi, lo Stato maggiore aveva disposto l'adozione di nuove dotazioni di corredo da distribuire alle truppe destinate in Albania.

Truppe devono avere serie individuale vestiario e equipaggiamento con seguenti varianti : 3 coperte da campo anziché 1. Terza coperta costituisce dotazione di reparto e non viene distribuita alle truppe. I militari isolati partono pertanto con 2 sole coperte. 3 paia calze di lana, anziché 3 di cotone e 3 paia pezze da piedi. 2 camicie flanella, anziché 2 di cotone. 2 paia mutande lana, anziché due cotone o tela. 2 paia stivaletti o scarponi da montagna. I paio pantaloni di tela in più. 1 cappuccio di lana. 1 paio guanti lana (1).

Gli ammaestramenti tratti dal conflitto con la Grecia tornarono utili nella successiva campagna di Russia. Il programma dei rifornimenti per il CSIR in previsione delle operazioni invernali iniziò fin dall'agosto 1941 e notevoli sforzi vennero fatti per equipaggiare in modo adeguato il corpo d'armata del generale Messe. Oltre ai rifornimenti provenienti direttamente dall'Italia, vennero istituite delle apposite commissioni di acquisto in Romania ed in Ungheria, poste alle dipendenze dell'intendenza CSIR ed inquadrate dal punto di vista commerciale ed amministrativo nel "Centro approvvigionamenti" di Bucarest.

Stato Maggiore R.E. impartisce disposizioni in rapporto necessità campagna invernale CSIR alle direzioni generali del ministero, nella loro qualità di organi direttivi dello stato maggiore e di organi centrali amministrativi approvvigionatori. Servizio artiglieria: viene interessato per invio materie consumo, ferri da ghiaccio per quadrupedi; direttive per conservazione e impiego del materiale e degli esplosivi; impiego liquido anticongelante per freni idraulici, ecc. Servizio genio: viene invitato allestire baracche, con adatti mezzi di riscaldamento e illuminazione; inviare copertoni ferroviari, slitte a traino animale e a traino umano, spartineve; impartire disposizioni per conservazione e impiego esplosivi da mina e mine anticarro. Servizio motorizzazione: viene interessato per tutte predisposizioni del caso, scopo rendere possibile massima utilizzazione automezzi su ghiaccio, a temperature anche oltre i -30°, su strada a fondo naturale fortemente tormentate, ecc. Servizio sanitario: è invitato a diramare norme igienico-profilattiche del caso; accertare necessità eventuali variazioni razione viveri truppa, per adeguarla particolari condizioni ambientali ; provvedere per zanzariere e guantoni per sentinelle e per slitte portaferiti. Servizio chimico: è interessato accertare possibilità impiego aggressivi e fumogeni anche alle basse temperature locali e impartire norme relative; curare efficienza mezzi per difesa chimica. Servizio ippico e veterinario: è invitato a diramare norme del caso per cura , governo, profilassi, ecc. dei quadrupedi; acquistare, in zona, quadrupedi atti al tiro slitta, a complemento o in sostituzione quadrupedi del CSIR; fornire tutti i quadrupedi di coperte (2).

                                                                 Scarpe_di_cartone_3.jpg                                 Scarpe di cartone 2   

                                                     Vedetta dotata di sopracalzari con suola in legno e fodera in pelliccia.                                                                                        Fanti del CSIR in azione su terreno innevato (AUSSME).

In particolare, per il servizio di commissariato la serie individuale di indumenti invernali doveva comprendere: copricapo, berretto di pelliccia (caciula romena) da distribuire con passamontagna e paraorecchi; pastrano o cappotto corredato di pelliccia oppure integrato (per cavalleria e motociclisti) da giubbotto transilvano (giubba di pelliccia  senza maniche); uose valdostane e calzettoni; scarponi alpini delle taglie più grandi per consentire anche l'uso di doppio paio di calze di lana o di carta possibilmente impermeabile da interporre fra le due calze. Inoltre, per sentinelle e truppe in servizio speciale: calzari con pelo interno e suola di legno, sacchi a pelo, cappotti da scolta da indossare sopra quello di pelliccia (3).

Il CSIR richiese a Roma:

[...] che le calzature di ricambio siano di taglia grande, tenuto presente che con la stagione invernale dovrà[nno] sostituirsi le pezze da piede con grosse calze di lana; che sia impiantato inposto - a Balta - con personale direttivo italiano e mano d'opera locale, un piccolo stabilimento per l a costruzione e la riparazione delle calzature, traendo la materia prima dalle risorse della Romania (4).

Nel settembre-ottobre  1941, raggiunta la linea del  Dnieper,  l'intendenza  del CSIR  provvide alla sostituzione delle uniformi estive di tela con quelle di panno, oltre al rinnovo delle calzature, ormai logorate dalle marce effettuate ed in condizioni di non poter essere usate nel l'imminenza della stagione piovosa. La distribuzione dei capi di vestiario necessaria completare la serie invernale, a protezione dai maggiori rigori  gradualmente  verificatisi , ebbe  luogo  dopo che fu raggiunta la zona mineraria ed industriale del Donez (5). Il basso numero  di  militari affetti da congelamento (3.6 14 su una forza complessiva del CSlR di 62.000 uomini e su un totale di 15.013 ricoveri ospedalieri nel periodo agosto 1941- giugno 1942) e di amputazioni (circa un centinaio) dimostra la validità dei provvedimenti adottati per fronteggiare in tempo manifestazioni meteorologiche eccezionalmente più gravi di quanto fosse prevedibile (nell 'inverno 1941-1942 si ebbero temperature minime inferiori ai - 20° per 16 giorni, con punte massime di -30°).

(1) Promemoria per il Duce del 5 marzo 1941 Corredo per truppe destinate in Albania. AUSSME, fondo H9, Carteggio del Capo del Governo

(2) Promemoria per il Duce del 28 agosto 1941 Predisposizioni per la campagna invernale in Russia

(3) Promemoria per iI Duce del 15 settembre 1941 Predisposi­zioni per la campagna invernale in Russia

(4) Foglio n. 6250 Esigenze del CSIR in data 1° settembre 1941 del Comando Supremo - Il Rparto - Ufficio serv i z i

(5) I servizi logistici delle uni ita liane al fronte russo (1941- 1943), Roma, Ministero della Difesa, Stato Maggiore dell 'Esercito, Ufficio Storico, 1975

 

Scritto da Filippo Cappellano

Per gentile concessione dell’autore e delle edizioni “Storia Militare”.