Ai soli ufficiali era consentita la cessione a pagamento di indumenti invernali e di pelliccia, con esclusione del cappotto con fodera di pelliccia.

Già a fine agosto 1942, le dotazioni di equipaggiamenti invernali nei magazzini di commissariato dell'intendenza ARMIR potevano considerarsi discrete come risulta dal prospetto pubblicato a pag. 24.

    Scarpe di cartone 10

Una colonna di automezzi italiani, aperta  da  un  trattore  d'artiglieria Pavesi,nel terribile inverno russo. Il Servizio Motorizzazione inviò  all'ARMIR migliaia di cuffie per radiatori, coperte copri-cofano e visiere termiche, aderenze da nevestufe catàlitiche,

riscaldatori d'ariae d'acqua, riscaldatori per olio,  speciali bracieri OARE oltre a80.000 chilogrammi di liquido anticongelante.

                         

Scarpe di cartone 11

Distribuzione di viveri di conforto per le truppe dell'ARMIR (AUSSME).

Oltre al materiale approvvigionato dall'Italia e acquistato in Romania, l'Intendenza in Russia poté avvalersi anche di notevoli quantitativi di serie di vestiario recuperate sui campi di battaglia o d i preda bellica, tra cui: più di 26.000 cappucci di lana a maglia, 11.100 fodere di pelliccia per cappotti, 65.600 mutande di lana, 11.600 sottocappotti di flanella, 10.000 paia di guanti di lana e di tela foderati di pelliccia , 1 3.800 cappotti e 90.500 coperte.

Scarpe di cartone 12

Un cammello catturato ai russi e utilizzato dal nostro servizio trasporti (AUSSME).

L'inadempienza della Direzione generale del Servizio di commissariato militare verso gli impegni assunti ad agosto dinanzi al duce, che prevedevano il soddisfacimento al 100% del fabbisogno dell' ARMIR di cappotti foderati di pelliccia entro il mese di settembre, fu oggetto di aspre critiche ed accese rimostranze da parte dello Stato maggiore presso il Ministero della guerra. La questione dei cappotti di pelliccia fu prospettata dal Gabinetto del Ministero in ben 8 promemoria al duce a partire dalla data del 27 agosto 1942 fino al 31 dicembre 1942.

Dir. Gen. Serv. Commiss. comunica che, su un fabbisogno complessivo di 230.000, ne sono stati già spediti 180.000 e sono in corso di spedizione i rimanenti 50.000 (già chiesto l'ordine di movimento). Ufficio: come per tutti gli altri rifornimenti destinati all'8• armata, il problema  è meno di approntamenti che di trasporti. Comunque, oltre i tre quarti del fabbisogno complessivo sono già sul posto (9).

                   Scarpe di cartone 13                    Scarpe di cartone 14

Soldati italiani con copricapo in pelo di origine rumena (AUSSME).                                                                                                   Slitte di vario modello approntate in Italia per le esigenze dell'ARMIR                                                                                     

 

 Il principale problema di equipaggiamento affrontato dalle truppe italiane in Russia fu, comunque, quello degli scarponcini, che non si rivelarono idonei all'ambiente invernale della steppa e cui si poté ovviare solo in parte con la distribuzione di calzari. Al posto degli scarponcini venne proposto dal CSIR, nel giugno 1942, l'allestimento in sito di un tipo di stivale denominato localmente "burki ", costituito da strati di tessuto trapuntati. Quel tipo di calzatura risultava leggero, ottimo quale mezzo di protezione dal vento gelido e come calzatura riposante, adatto per la marcia su superfici ghiacciate assai più della scarpa chiodata. Per la fabbricazione avrebbero potuto essere impiegati coperte ed indumenti fuori uso, tanto di lana quanto di tela. L'altra calzatura invernale russa - i "valenchi", fabbricati in feltro, ottenuto secondo le consuetudini locali trattando la lana in fiocco con acido solforico - avrebbe presentato maggiori difficoltà per la produzione nei quantitativi occorrenti, per l'assenza di stabilimenti industriali e per la scarsità delle materie prime necessarie. Lo Stato maggiore non respinse la proposta di adottare i burki, ma la produzione sul posto incontrò difficoltà maggiori di quelle previste e non se ne poterono avere che poche migliaia di paia, prodotte da piccole fabbriche loca­ li della zona occupata dalla divisione "Torino" e della zona di Millerovo. Le autorità germaniche ne fornirono 5.000 paia alla divisione "Julia", ma fu un'eccezione, in quanto anche le unità tedesche ne erano a corto (10).

Scarpe di cartone 17

Motociclista italiano con ''caciula"  rumena, passamontagna e calzettoni di lana.

Da quanto esposto risulta evidente lo sforzo organizzativo degli organi centrali per far fronte alle esigenze di vestiario invernale delle truppe operanti i n Russia. Risalta anche che i vari tipi di indumenti in distribuzione avessero dato sostanzialmente buona prova, con l'ecce­ zione delle calzature. Gravi responsabilità sono, invece, da addebitarsi ai comandi operativi più elevati al fronte, in primo luogo al comandante dell' ARMIR , generale Gariboldi ed  al responsabile dell'Intendenza  sa armata (11), che usarono una eccessiva e colpevole parsimonia nella distribuzione degli equipaggiamenti invernali giacenti nei propri magazzini di commissariato. Come già segnalato, gli indumenti di lana furono consegnati alle truppe in linea sul Don solo a novembre , quando già nevicava ed il giorno 9 si erano registrati di notte -23°. Alla data del 15 novembre solo il 30% delle truppe in linea, gli ufficiali dei reparti in linea e pochi altri ufficiali addetti ai servizi ispettivi disponevano del cappotto di pelliccia. Alla data del 30 novembre 1942 i magazzini avanzati di commissariato avevano distribuito solo 1 10.000 cappotti con pelliccia o da scolta e quelli arretrati 6.500 al 18 novembre 1942. Decine di migliaia di cappotti ed altro materiale rivestito di pelliccia rimanevano inutilizzati nei depositi, mentre al fronte le truppe dovevano affrontare i -20°/-30 °. Il 4 dicembre 1942 (12) lo Stato Maggiore sollecitò il Sottosegretario al Ministero della guerra Scuero, affinché tutti i cappotti disponibili fossero consegnati alle truppe.

Scarpe di cartone 16

Prigionieri sovietici nell'inverno 1941-1942. L'Intendenza italiana poté avvalersi anche di migliaia di capi di vestiario catturati (AUSSME).

Poiché i complementi provenienti dall'Italia erano già provvisti di tale capo di corredo, per evitare disparità di trattamento e conseguenti malumori, è ravvisata la necessità di completare con urgenza la distribuzione dei cappotti con pelliccia, dotandone tutti i militari.

Scarpe di cartone 18

Soldati dell'ARMIR al rientro nelle proprie linee da un 'attività di pattuglia nell 'inverno 1942- 1943 (AUSSME).

Lo spirito di economia caratteristico dei servizi logistici italiani un po' in tutte le guerre del Novecento, induceva a risparmiare il più a lungo possibile preziosi indumenti, facilmente deperibili, per una campagna che si pensava ancora lunga. Gli intendenti dell'ARMIR immaginavano forse un altro inverno di stasi delle operazioni belliche, come quello precedentemente trascorso dal CSIR, le cui truppe avevano avuto solo saltuarie occasioni di combattere in campo aperto, lontano dalle trincee e dai ricoveri riscaldati. Ad acuire i problemi intervenne la scarsità di gasolio e di benzina, interamente approvvigionati dai tedeschi, che condizionò i piani di trasporto dei rifornimenti alle unità avanzate. Fatto sta che tonnellate di materiali depositati nelle basi logistiche avanzate di Rossosc, Kupijansk, Kantemirovka, Tcertkovo e Millerovo, invece di andare a beneficio dei soldati, vennero in gran parte incendiate prima dello sgombero o abbandonate intatte sotto l'incalzare delle truppe sovietiche, che arrivarono a lanciare sulle colonne dell'Asse in ritirata manifestini contenenti frasi ironiche di ringraziamento per le razioni natalizie di cibarie (comprendenti anche una grossa quantità di panettoni) catturate nei magazzini italiani.

(9)  Promemoria per il Duce in data 20 dicembre 1942 Cappotti foderati di pelliccia per l'8° armata, Un altro promemoria con lo stesso oggetto in data 31 dicembre 1942 riferiva: "Fabbisogno di primo tempo: 375.000 cappotti (230.000 per la Russia, 100.000 per gli altri scacchieri, 45.000 per avvicendamento) - soddisfatto il fabbisogno della Russia, riforniti gli altri scacchieri i quantitativi assegnati dallo SMRE o richiesti dalle unità interessate, disponibili ancora 50.000 cappotti ".

(10) I servizi logistici delle unità italiane al fronte russo ( 1941 - 1942 ), op. cit.

(11) Il generale intendente  dell' ARMIR, verrà poi accusato nel novembre 1944 dalla Commissione di epurazione del personale militare di "aver dato prova, quale intendente dell'8°armata italiana in Russia, di incapacità nella organizzazione logistica in previsione delle necessità invernali, preoccupandosi invece di trasferire in Italia, per scopi personali, una donna russa, viveri ed oggetti vari di provenienza incerta".

(12) L'offensiva sovietica, denominata in codice "Operazione Piccolo Saturno", sarebbe scattata di lì ad una settimana. 

Scritto da Filippo Cappellano

Per gentile concessione dell'autore e delle edizioni "Storia Militare"