ENRICO CAVIGLIA MARESCIALLO D’ITALIA: MALINCONICO ESEMPIO DI QUELLO CHE NON FU

(Parte seconda)

Nel ricordo di quanto avvenne ottant’anni orsono nella peculiare storia italiana, in cui una Patria moriva ed un’altra provava a rinascere, colloco e riassumo alcuni passi di quanto scrisse nel suo diario, riportato dagli articoli del Gazzettino veneto del 1948, il Maresciallo d’Italia Enrico Caviglia. Scelgo e trascrivo alcuni passi che ne caratterizzano il rilevante personaggio, ormai ritiratosi dalla vita politica, verso il termine della sua esistenza e descritto già nella prima parte.     

 -9.8.1940-: “Discutendo con un amico venuto da Roma e che sa cosa succede in alto loco: Quando Mussolini, reduce da Monaco, dette l’ordine di attaccare Badoglio avrebbe detto che essendo prossimo l’armistizio (si attendevano i plenipotenziari) non conveniva fare un attacco. Non oppose difficoltà tecniche? Non disse che le truppe non sono equipaggiate, che occorre preparare l’attacco con artiglieria; che l’avanzata sarebbe stata arrestata appena al di là della frontiera, che le Alpi sono coperte di neve. Mussolini passò sopra Badoglio e dette l’ordine a Graziani che lo eseguì. Dopotutto, contro una Francia crollante, tra il Monte bianco e Ventimiglia ebbero combattimenti insensati, senza un piano d’attacco, senza la preparazione dell’artiglieria contro posizioni fortificate permanentemente”.  E ancora: - “Il Re va a visitare le truppe ed è penoso vederlo, senza autorità perché il comando fu da lui ceduto a Mussolini. Al posto di Badoglio io avrei dato le dimissioni; oppure, se avessi avuto bene in mano tutti i Comandi di Corpo d’Armata, avrei fatto un colpo di Stato. Poi mi son detto: sei vecchio; queste cose non si dicono mai nemmeno alla propria ombra. Ma!” Inoltre: - “L’Armata del Generale Guzzini, che si stendeva tra il Monte Bianco e il Cenisio, ha fatto dietrofront con una conversione a perno sul Monte Bianco e si è portato di fronte alla Svizzera. Pare poco distante l’attacco italo-germanico alla Svizzera. Altre Armate sono andate nella Venezia Giulia e anche nella Tridentina. Ipotesi: queste ultime, passando attraverso l’Austria, sarebbero trasportate in Ungheria per attaccare la Jugoslavia da levante. Così questa sarebbe attaccata dalla Venezia Giulia, dall’Ungheria, dall’Albania. Le truppe ungheresi marcerebbero in Transilvania. Difficile e pericolosa la situazione della Bulgaria, già d’accordo con la Russia. La nostra povera Europa uscirà da questa terribile crisi completamente rovinata”.

 -19.5.1941-:” Ieri giunto a Roma, al Quirinale si parlava con Revel dell’avvenimento della Costituzione di un regno in Croazia, in cui il Re sarebbe un Principe di Casa Savoia, …. . E’ annunciato sua Maestà. Tranquillo, invecchiato. Egli lascia l’impressione di ricevere tutti questi eventi come cose inevitabili, fatali, come il vento e la pioggia. Non si può capire se gli facciano piacere o dispiacere; se li consideri un bene o un male per l’Italia. Il Re nomina il Principe Aimone di Savoia Re di Croazia.   ……”.                                                                                                                 

-3.7.1941-:” La politica dinastica attuale di Mussolini è ambigua. Sta da qualche tempo esaltando il Duca d’Aosta. ……. Ora il Duca è nel Kenia prigioniero. Non so se, come suo padre, acconsenta alla politica di Mussolini, il quale deve acconsentire alla politica di Hitler ……. Il Principe di Piemonte è messo in disparte. Non gli danno nessun comando. Specialmente non glielo diedero in Albania ……. Il Re non fa nulla per salvare la dinastia. Egli si affida al destino …….” - N.B. periodi piuttosto rovinati della pagina del Gazzettino 1948 -.

-18.9.1941-:” A quasi ottant’anni non mi rassegno a questa mia condizione in cui mi ha posto il fascismo, di non poter far nulla per il mio paese senza rinunciare alle mie convinzioni. Il fascismo ha portato alla rovina l’Italia. Rovina morale perché nessuno osa opporsi agli arbitrii e ai soprusi in cui tutti sono vittime. 

-2.10.1941-:” Quando vedo mettere un uomo al di sopra della legge, non posso essere amico di quelli che compiono questo criminoso errore. Io ci vedo sempre lo spirito fazioso     degli Italiani ben descritto da Dante nel Canto di Sordello. ……. Ora la borghesia non spera di liberarsi da questo Governo, che essa ritiene tirannico e rovinoso; non spera di liberarsi per virtù propria, ma per l’intervento inglese. Così si ripete il malanno d’Italia di cercare il liberatore nello straniero. E si parla di un moto separatista siciliano che vorrebbe darsi all’Inghilterra e si dice non la Sicilia sola, ma più su fino alle Alpi. 

 -21.10.1941- Ritornando da un viaggetto a Venezia e Trieste: ……Venezia bella come un’amante. Trieste mi ha fatto, come sempre, malinconia prima che vi si arrivi, quando mi avvicino? Perché per arrivarvi debbo attraversare il lembo meridionale del Carso dove ho combattuto la guerra da pazzi del 1915?

-14.8.1942-:” Ah! Questi Presidenti del Consiglio, questi capi di popolo che vogliono le guerre! Che siano maledetti! Che vengano assaliti da mali per i quali debbano soffrire come essi fanno soffrire la gente.” 

- 28.2.1945- “Dall’articolo - Fatti e figure della capitolazione - cronaca delle trattative che condussero al disonorevole 8 settembre curate da un giornalista alleato” del giornale –Il Pomeriggio- del 9-10 gennaio: “l’autore sarebbe David Brown della Saturdy Grewing Post. Stringe il cuore: Come mai è stato scelto il Generale Castellani a negoziare? Non si poteva fare peggiore scelta; misero fisicamente e moralmente. La lettura dell’articolo dà l’impressione che a Roma avessero perso la testa sotto l’assillo della paura. S’erano accorti a un tratto d’essersi messi dentro a un sacco: Non avevano previsto nulla. Era chiaro che Hitler, dopo il 25 luglio, non poteva esserci amico. O rimetteva Mussolini al potere o riconoscersi nemici.” - L ’assillo della Paura: “Una visita di Badoglio a Hitler era necessaria per accertarsi del suo umore, se si avevano dubbi sulla fedeltà verso Mussolini. Se Badoglio non ebbe la sensazione d’aver Hitler nemico già dal 25 luglio vi deve essere stato il momento in cui tale sensazione egli ebbe: da allora bisognava rompere i ponti. Non lasciar entrare più truppe tedesche in Italia. La linea di condotta da tenersi dopo il 25 luglio doveva essere questa: chiudere la strada del Brennero. …… …… ┐, ma doveva mostrare di mirare in alto e mandare un uomo atto a impressionare gli alleati. Tutto stato fatto sotto l’assillo della paura e le cose sono andate così che l’Italia ha fatto una figura vergognosa. Ma anche i negoziatori alleati hanno fatto la figura di venditori di grano avariato: Essi avevano la superiorità delle forze. Ma in Italia v’erano i Tedeschi. Invece di voler fare i furbi, di cercare di impressionare Castellani, che era già evidentemente deciso a mollare tutto, dovevano informarsi bene della situazione delle forze tedesche in Italia e combinare assieme un piano d’operazioni da svolgere d’accordo. Non hanno capito nulla. Per la loro incomprensione, la guerra in Italia si è prolungata per oltre un anno e mezzo. Agli Alleati due negoziatori hanno imposto una guerra che è costata uomini, materiali e denari in misura cento volte maggiore di quanto sarebbe costata se avessero capito la situazione e si fossero messi d’accordo con gli Italiani.” - Il cerchio si stringe:” I negoziatori alleati furono il Tenente Generale americano Walter Badel Smith e il Brigadiere Generale Strong. Essi non capirono che Badoglio si metteva nelle loro mani, come un bambino nelle mani della balia, come un naufrago nelle mani dei salvatori. Essi non capirono che era contro l’Italia che trattavano, ma contro la Germania. Se anche l’Italia si metteva nelle loro mani, vi erano i Tedeschi da cacciare via. E l’Italia era più interessata degli Alleati a cacciarli, sicché bisognava mettersi d’accordo e servirsi delle forze italiane. Ma non avendo essi capito niente, i Tedeschi sono ancora in Italia dopo un anno e mezzo di lotta. Ora le truppe alleate d’occupazione vivono a spese dell’Italia 30 milioni al mese; condizione che poteva essere giusta per pochi mesi, ma non per anni”.                        

- 9.3.1945-:” Il cerchio intorno alla Germania si stringe. La Germania decade. La Germania sulla sinistra del Reno è invasa. L’Oder è stato superato. La Poverania e la Prussia orientale sono quasi interamente in mano sovietica. La Germania comincia a provare le pene e i disastri ch’essa ha imposto ad altri popoli. Il buon Mussolini dice che la vittoria è sicura, che noi “   vogliamo vincere ad ogni costo: E’ chiaro che se dicesse il contrario gli potrebbero rispondere: ed allora tu che stai a fare al governo?. Ma la primavera rinverdisce di speranze il mondo.” 

- 22.3.1945-: Il Maresciallo d’Italia Generale Caviglia è deceduto.

Con esso scompare la tosta figura di militare e politico dedito al dovere, ma pronto a prendere le parti dei cittadini e dei più umili e prevaricati con profondo senso di dedizione, giustizia e patriottismo. Nonostante tutto ciò è stato quasi del tutto dimenticato, anzi affossato nelle successive fasi storiche italiane.