Nell'agosto di quest'anno, Il Museo Nazionale Storico degli Alpini ha ricevuto in donazione, dal Signor Papini Luca, alcune lastre fotografiche, carte topografiche coeve ed alcuni documenti redatti a mano, dall'Ufficiale degli Alpini, Ettore Martini; i documenti, in particolare, sono relativi a due diversi periodi: il primo è stato scritto nel 1899, mentre il secondo nel 1919, dopo la guerra.

Entrambe le relazioni sono relative al Trentino, le ho trovate molto interessanti, perché aprono una finestra sul nostro passato locale, ho voluto trascriverne alcune parti per poterle così rendere disponibili.

Parliamo ovviamente dello stesso Ettore Martini, che durante la prima guerra mondiale sarà il protagonista dei combattimenti per la conquista e la tenuta della famosa cengia sul piccolo Lagazuoi, che diverrà nella memoria collettiva, denominata come "la cengia Martini".

Già nel 1899, l'allora Tenente Martini effettivo al 6° Reggimento Alpini, venne incaricato come altri Ufficiali, della raccolta di informazioni, nel Trentino; in questo manoscritto del 1899, in particolare, sono descritte nel dettaglio: vie di comunicazione, posizioni difensive, vie di accesso, fortificazioni, ma oltre a queste informazioni squisitamente di tipo militare, si dipingono alcuni aspetti della vita del tempo, in particolare, viene fatta un’attenta analisi antropologica, sociale ed umana di Trento e elle sue pulsioni politiche, della popolazione Tirolese e Trentina ed emergono così, alcuni elementi significativi e altre spunti storici interessanti.

Buona lettura.

Il Direttore

 

Stralci manoscritto del Tenente Ettore Martini

 

da "Un viaggio in bicicletta nel Trentino e nel Tirolo compiuto nel 1899 dal Tenente degli alpini Ettore Martini"

Denominazione di alcune opere, che costituiscono il campo trincerato di Trento e loro situazione approssimativa.

 

Trento, sede di Divisione, fa parte del Corpo d'Armata d'Innsbruck ed ha nella sua parte orientale spaziosi magazzini d'approvvigionamento e numerose caserme, costruite in quest'ultimi anni, meno il Castello del Buon Consiglio, antica residenza del Vescovo, quando era principe di questa regione, ed ora occupato dal 28° Fanteria (Umberto I), composto di Boemi, da una Sezione di Sussistenza e da una compagnia di disciplina.

Questo stupendo monumento, abbastanza ben conservato, è munito di feritoie anche nell'ante murale, e di forti bastioni ai fianchi, tanto, che potrebbe anche da solo, opporre grandissima resistenza sopra tutto alla fanteria. E' possibile visitarne gli appostamenti principali, comprese le camerate dei soldati, facendone domanda all'ufficiale di picchetto del 28° Fanteria.

Formano il campo trincerato di Trento:

 

a) a Sud:

Sulla destra dell'Adige:

La batteria di Romagnano, due Km a nord del villaggio omonimo.

Sulla sinistra dell'Adige:

Il forte Valsorda, a sud del villaggio omonimo.

I due forti e le due batterie di Mattarello a N.E. del villaggio omonimo.

Il forte di San Marco al di sopra della strada.

 

b) a Est:

Il forte di Tenna, fra i due laghi di Caldonazzo e Levico.

Il forte delle Benne, presso la chiesa di San Biagio, sopra Levico.

Il forte di Costasavina ad O. di Pergine.

Il forte, il ridotto e le due batterie di Roncogno, nelle vicinanze dell'omonimo villaggio.

Le opere di Civezzano, costituite dal forte omonimo, e da due altri che sbarrano direttamente la strada ordinaria e da un quarto, che sbarra la ferrovia, tutti, a un di presso, sulla stessa linea.

 

c) a Nord:

La batteria di Martignano.

La batteria di Gardolo.

Le opere del Doss di Trento.

 

d) a Ovest:

Il ridotto di Buco di Vela, a un Km a S.E. di Cadine.

Il Forte Sopramonte, vicino al villaggio omonimo.

Il forte Brigolino a sud di Sopramonte.

Nell'ottobre del 1898, i pionieri, in un terreno alluvionale, che forma una specie di stretta a valle del confluente del Fersina, lavoravano all'ultimazione di due nuovi forti, uno sulla destra e uno sulla sinistra dell'Adige.

 

Popolazione Tirolese

 

Il Tirolese, da quanto ho potuto osservare, conserva tutte le caratteristiche del montanaro.

E' religioso convinto, ma di quella religione che insegna ad amare la Patria sopra ogni altra cosa dopo Dio, adora e venera quella Monarchia che da secoli ne regge i destini e attaccato alle sue gloriose tradizioni e conserva vivissimo il ricordo e la memoria delle eroiche gesta di Andreas Hofer. In ogni casa, in ogni albergo, dappertutto oltre il Crocefisso, si trova appeso alle pareti e non per semplice ornamento, il ritratto dell'Imperatore e quello di Andreas Hofer.

Il governo, in ogni tempo, ha cercato di avvantaggiare questa regione anche a scapito delle altre, con tutti i modi e mezzi,  per guadagnarsela e per cementare maggiormente le belle qualità patriottiche.

Sicché, non mi stupirei se, domani, un esercito invasore trovasse questo popolo ospitale, gentile, dotato di quella bonarietà propria dei forti convertito in un acerrimo nemico, tanto più che l'uso delle armi da guerra gli è comunissimo, anche per il grande sviluppo del tiro a segno.

Il Tirolese è attivo e onesto, per conseguenza ricco; intraprendente di natura nei giorni che per lui dovessero essere di assoluto riposo, come le feste, trova il suo divertimento in esercizi utilissimi che ne sviluppano le qualità fisiche, come il tiro al bersaglio e sopra tutto l'alpinismo ed il ciclismo, così da non lasciare alcun punto inesplorato, sicchè se è un vantaggio per la guerra conoscere bene i luoghi esso ne è avvantaggiatissimo.

E' scarso il numero degli analfabeti, tutti cercano di istruirsi e leggono giornali, ma con quel sano e pacato criterio, che discerne il bene dal male e così qui l'istruzione apporta tutti i suoi vantaggi positivi e fortifica l'educazione di questo popolo, che mira sempre al miglioramento ed al benessere, come ne sono una prova evidente ed indiscutibile, il commercio e le fiorenti industrie di Innsbruck, Merano e Bolzano, città ricche e di grande avvenire.

 

Esercito Austriaco

Soldati

 

I Soldati Austriaci, massimo quelli di fanteria, che ho avuto maggior agio di osservare, sono molto belli, sia per presenza che per robustezza, quantunque la divisa specialmente di qualche corpo sia un poco antiestetica.

Come da noi, oltre la fanteria di linea, che costituisce la massa, ci sono i bersaglieri, che, una volta facevano parte della Landwehr/milizia mobile ed ora appartengono alla 1^ linea, col servizio obbligatorio di 3 anni. Gli ufficiali di questo corpo sono tutti della riserva e hanno la stessa durata del servizio della truppa.

I cacciatori imperiali (kaiserjager) formano un corpo sceltissimo, come gli alpini, ma non hanno un compito ben determinato sin dal tempo di pace e sono reclutati in tutto il territorio dell'impero, meno la Boemia e l'Erzegovina.

Per agevolare e rendere celere e spedito il servizio di sicurezza della fanteria, vi sono i cacciatori a cavallo, che hanno la stessa divisa e lo stesso armamento di quelli a piedi. Nelle armi a cavallo ho notato solo di speciale, che l'artiglieria da montagna ha i sottufficiali montati dal sergente in su, mentre i caporali, che appartengono alla stessa categoria sono a piedi.

Le evoluzioni di piazza d'armi alle quali si da un grande sviluppo ed una grandissima importanza, sono su per giù come le nostre, ma la forma si cura un po' più che da noi. Del resto è bello e imponente veder marciare le truppe per la città, colla testa alta e nel massimo ordine.

Gli ufficiali, contrariamente a quanto avviene da noi, accompagnano la truppa in testa ai reciproci reparti. Gli Austriaci si esercitano anche molto al tiro al bersaglio e ogni città ha uno o più poligoni, secondo l'importanza della guarnigione.

Quantunque non vi siano reparti esclusivamente alpini, la fanteria nell'estate fa quasi sempre i suoi campi e le sue esercitazioni in alta montagna e questo mi risulta da informazioni prese in diversi siti e da persone degni di fede.

Un giorno, nelle vicinanze di Trento assistetti brevemente e a rispettosa distanza alla stima della distanza di un plotone e udii il tenente, colla carta alla mano, fare press'a poco le stesse osservazioni previste dal nostro regolamento.

Esercitazioni tattiche a fuoco non mi fu dato d'osservarne.

Nell'ottobre erano già chiamate le reclute e nell'assistere in diverse piazze d'armi di differenti guarnigioni alla loro istruzione, ho notato che tutto si fa come da noi, compresa la ginnastica, alla quale però danno poco sviluppo, per vincolare maggiormente questi soldati, legati per natura, col passo di scuola, movimento rigidissimo, del quale se ne fa un grande abuso.

Di questo addestramento è esclusivamente incaricato un ufficiale per compagnia al quale, una volta ricevuto l'indirizzo del comandante è lasciato libero e risponde al medesimo del profitto al termine del tempo stabilito. Così i capitani hanno il mezzo di conoscere effettivamente l'attitudine dei propri subalterni e questi il modo di esplicare tutta la loro attività, essendovi impegnata la responsabilità diretta.

Ho assistito a Bruneck, dinanzi a un quartiere di fanteria, ad un distacco della guardia e sono rimasto meravigliato come ancora si potessero eseguire tanti movimenti inutili e di sprecare tanto tempo, circa mezz'ora, per distaccare 12 uomini.

Furono questi dapprima presentati da un caporale ad un Feldwebel (furiere maggiore), il quale li passo in rivista dando molti comandi e facendo parecchi avvertimenti. Si presentò quindi a un tenente, che dopo esser passato lentamente dinanzi alla guardia, in disparte, fare lunghe raccomandazioni ai capi posto, i quali poi fecero movimenti complicatissimi di passi avanti e indietro e dettero tanti comandi quanti bastavano a far manovrare un reggimento.

A Trento, senza palesare la mia qualità, col permesso dell'ufficiale di picchetto del 28° Fanteria (Umberto I) e accompagnato da un caporale Boemo dello stesso reggimento, visitai la caserma monumentale, Castello del Buon Consiglio.

Vidi tutto nel massimo ordine e il contegno dei soldati era talmente corretto che alcuni seduti sulle assicelle del proprio letto, si alzavano in piedi, in segno di rispetto, al mio passaggio.

In tutte le camerate, oltre il ritratto dell'Imperatore e le solite tabelle notai di fianco alla rastrelliera dei fucili, quella delle pipe di cui ogni soldato è provvisto, unitamente al tabacco, a spese dall'amministrazione. Osservai che i musicanti oltre che cogli istrumenti a fiato, si esercitavano anche con quelli a corda, fatto che, del resto, notai ancora ad Innsbruck, in pubblico, mentre la musica di un reggimento si recava a suonare in casa del comandante del corpo d'armata.

In quasi tutti i corridoi, fuori dalle camerate, vidi trincee, ridotte e altri lavori da zappatori in miniatura, con rivestimenti ordinari e di gabbioni di piccola ramaglia, eseguiti alla perfezione, su monticelli di sabbia, collocati su tavoli.

Nel salire la stupenda torre del Castello, mi permisi di chiedere alla mia guida, colla quale avea già preso una certa confidenza, il nome del suo reggimento ed esso mi rispose fieramente, Humbert 1 Konig von Italien (Umberto I, re d'Italia)

Lo conoscete voi?"Nein aber ich weiss dass er is ein Tapfer Mann" (no, ma io so che è un uomo valoroso).

Questa risposta di un semplice caporale austriaco mi produsse molta impressione.

Un'altra impressione dolorosa però la riportai a Bressanone, quando in una caserma di fanteria, sentii cantare dai Trentini, le stesse canzoni italiane, che si odono nei nostri quartieri, convinto che per quei bravi soldati, la disciplina, per noi l'entusiasmo e il dovere, ci condurranno un giorno ad una tremenda lotta fratricida.

Laddove il mosaico di stati, di cui è composta l'Austria, si regge per la discordia delle razze, l'esercito austriaco, composto di tanti elementi disparatissimi, trova la sua forza e la sua potenza nell'unione e nella devozione alla Monarchia, tanto che tutti soldati e ufficiali vanno oltremodo fieri di poter fregiare il petto colla medaglia commemorativa che l'imperatore ha loro donato in occasione del suo 50° anniversario di regno.

La fanteria austriaca per i segnali usa i tamburi invece delle trombe. Un fatto curioso che ancora si nota in questo esercito è che la domenica e le altre feste di precetto, i battaglioni, per turno nei reggimenti vanno a messa indrappellati, preceduti dalla musica che suona all'andata, al ritorno e durante l'elevazione. Gli ufficiali sono colla sciabola inguainata e i soldati in tenuta d'uscita.

 

Ufficiali

 

La loro divisa non è brillante, ma essi sono ammirabili, pel loro contegno serio e severo in pubblico, marziale in servizio. Nel complesso danno l'idea di persone profondamente compenetrate dalla loro elevatissima missione, sapranno compiere bene il proprio dovere sul campo di battaglia. Tutti i capitani di fanteria sono montati.

 

Popolazione Trentina

 

Trento è una città patriottica per eccellenza e a tener vivo il sentimento d'Italianità concorrono oltre alla vicinanza e i rapporti commerciali e letterari colla patria comune, le vessazioni del governo che, quasi sempre, sordo ai suoi bisogni, non solo abbandona i cittadini a sé stessi, ma cerca di porre fatti gli ostacola al conseguimento d'ogni opera buona. Da ciò, nasce anche che i Trentini dovendo provvedere a se stessi e non volendo esser da meno delle altre razze dell'Impero, raddoppiano l'attività e così qui si vedono fiorire prima che altrove l'agricoltura, l'industria e il commercio e la città aumenta continuamente in ricchezza in bellezza, in estensione.

L'Austria come dappertutto ha fatto grandi sforzi per intedeschire Trento rendendo obbligatoria la sua lingua negli uffici pubblici e nelle scuole ed istituendo persino il bellissimo orfanatrofio di San Marco, ove i bambini sarebbero stati allevati, con tutte le cure da balie tedesche, ma alla fine questo si è dovuto chiudere perché si è scoperto il mezzo di provvedere diversamente a tutti gli orfanelli della città e della campagna.

Gli Austriaci a Trento si trovano molto a disagio e sono considerati come stranieri, gli ufficiali fanno una vita completamente a sé e non sono ammessi in società. I Trentini vanno giustamente orgogliosi pensando che nessuno di loro mai addiverrà Tedesco, mentre maggior parte degli stranieri, stabiliti a Trento, terminano col divenire Italiani.

Il monumento a Dante, innalzato in mezzo alle più grandi difficoltà politiche, è un'opera veramente gigantesca e grandiosa degna di Roma e superiore a tutte le altre innalzate al grande poeta nelle diverse città d'Italia.

Ai piedi del monumento è incisa su marmo, come solenne protesta contro l'oppressione straniera, questa iscrizione:

"Inchiniamoci italiani

Inchinatevi stranieri

Deh rialziamoci

affratellati

nella giustizia"

 

Varie società contribuiscono potentemente a tener vivi i sentimenti politici e ad esercitare la gioventù fisicamente. Principalmente tra queste il club di alpino, che conta oltre 2000 soci, appartenenti la maggior parte, all'aristocrazia e all'alta borghesia e nelle cui sale sono esposti i ritratti delle LL MM il Re e la Regina e degli altri grandi uomini del nostro risorgimento.

Le società filarmoniche s'incaricano di comporre inni patriottici che spesso eludendo la vigilanza della polizia vengono suonati in pubblico, in mezzo all'entusiasmo generale; famosissimi tra questi l'inno di Trento, che udimmo, qualche volta, a Verona e l'Inno degli orfanelli protesta contro l'Orfanatrofio dei S. Marco.

Rovereto, quantunque più piccola di Trento, non è da meno per commercio, industria, agricoltura e sopra tutto per patriottismo. Dirò anzi, che sentendo questa maggiormente l'influenza della nostra vicinanza, ha il sentimento politico molto più sviluppato nella borghesia. Anche qui è stato innalzato un magnifico monumento al grande filosofo Antonio Rosmini e il club alpini conta numerosi soci. Sforzi magnanimi di anima nobilissima e generosa, contribuiscono a far comprendere il grande ideale comune agli altri paesi del Trentino ove in quasi tutti oramai è costituita la "Lega nazionale" e si vede un certo miglioramento.

La lingua Italiana, che una volta si parlava vicino a San Michele, si va sempre più estendendo a nord e verrà certamente il giorno, che anche a Bolzano e Merano si udirà in tutte le bocche, per grande numero di strade ordinarie e ferroviarie aperte e che si aprono continuamente, per le aumentate relazioni commerciali non solo col Trentino, ma anche colla Lombardia ed il Veneto, per il bisogno, che tutti sentono di istruirsi e di viaggiare e sopra tutto per la grande emigrazione dei nostri operai, che ormai in Tirolo, costituiscono il nucleo principale in quasi tutti i lavori e finalmente per lo stabilirsi colà di alcuni di questi, che si sono creati una particolare fortuna o che trovano interesse a rimanervi.

L'istituzione del Touring Club Ciclistico Italiano, che ha dato tanti buoni risultati tra noi, fa sentire la sua influenza benefica anche in questa regione, ove i moltissimi soci sono fieri di adornare il cappello col bel distintivo dai tre colori.

Ma però, malgrado tanto risveglio ed attività è doloroso notare che una gran parte degli Italiani, soggetti all'Austria, che abitano la campagna e costituiscono un elemento sceltissimo per l'esercito, sia ancora restia a comprendere la sua vera situazione politica! Si è fatto moltissimo è vero, ma molto rimane da fare, però la riuscita completa non è disperata, visti i buoni risultati del passato e la forte volontà di coloro, che dirigono il movimento.

 

 

Ettore Martini

Tenente, 6° Alpini

Verona, 19 dicembre 1899