Il 26 gennaio riccore l'ottantesimo anniversario di Nikolajewka, battaglia che rappresenta sicuramente l’episodio culmine dell’epopea dei fatti d’arme delle penne nere nella seconda guerra mondiale. Il tardivo ordine di ripiegamento raggiunse i reparti delle Divisioni Alpine ancora schierati sulla linea del Don, quando ormai ai loro fianchi il nemico aveva già sfondato le linee del fronte e si apprestava ad accerchiare anche le Unità alpine. Dal 16 gennaio, fino al 31 gennaio, le nostre forze furono costrette a ripiegare per raggiungere la nuova linea arretrata del fronte.
Furono giorni non solo di estenuanti marce nella neve, con temperature che sfioravano i 40° sotto lo zero, ma anche giorni di violente battaglie per impedire che il nemico completasse definitivamente l’accerchiamento, causando la completa distruzione dell’intera Armata. Queste Unità, composte principalmente da ragazzi di vent’anni, si aprirono la strada combattendo in successivi diversi scontri, attingendo al senso del dovere e soprattutto motivati dalla speranza di poter “tornar a baita”. In assoluta inferiorità numerica e scarsi di equipaggiamento ed armamenti pesanti, gli Alpini, attingendo alle ultime disperate forze e spinti dall’esempio del Gen. Reverberi, al grido “Tridentina avanti”, riuscirono a spezzare l’ultimo anello dell’accerchiamento a Nikolajewka; questa azione garantì a migliaia di poter tornare a casa. Al termine della battaglia, solo una parte della “Tridentina”, piccoli reparti delle altre Divisioni Alpine ed i resti dell’8a Armata riuscirono a salvarsi: più di 80 mila nostri soldati, che componevano quello che era l’ARMIR, rimasero per sempre nella steppa ghiacciata.
Con la legge nr. 44 del 5 maggio 2022, la Repubblica riconosce il giorno 26 gennaio quale Giornata nazionale della memoria e del sacrificio degli Alpini, al fine di conservare la memoria dell'eroismo dimostrato dal Corpo d'Armata Alpino nella battaglia di Nikolajewka durante la seconda guerra mondiale nonchè al fine di promuovere i valori della difesa della sovranità e dell'interesse nazionale nonchè dell'etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato che gli alpini incarnano.