La Guardia alla Frontiera

Nascita ed evoluzione; dal 1934 al 1945 dal primo dopoguerra allo scioglimento del 1992

La Guardia alla Frontiera (G.a.F.) è stato un corpo, del Regio Esercito Italiano, costituito nel 1934 e riconosciuto con Legge nel 1937.  Le funzioni a cui era stato destinato erano costituite dalla vigilanza delle frontiere e dal presidio delle opere fortificate permanenti eseguite lungo i confini.

I confini erano stati suddivisi in settori ed ognuno era presidiato da unità di G.a.F. al comando di un colonnello.

I settori erano così suddivisi:

Settori presenti nel territorio nazionale, n. 23;

Settori presenti in Albania, n. 4;

Settori presenti in Africa settentrionale (Libia), n. 3.

La G.a.F. agiva in difesa del “Vallo Alpino del Littorio”, operava essenzialmente in ambiente montano in tutto e per tutto come truppe alpine, utilizzava lo stesso equipaggiamento, compreso lo zaino. L’uniforme era quella alpina, compreso il cappello con la nappina, ma senza la penna. Il bavero del colletto era di colore verde con filo di contorno rosso per la fanteria, arancione per l’artiglieria e cremisi per il genio. Una volta abolito il bavero completamente colorato ed introdotte le mostrine avevano mostrine verdi ad una sola punta contornate con il filo di colore dell’arma di appartenenza (fanteria – rosso, artiglieria – arancione, genio – cremisi). Sulla manica sinistra della giubba portavano un distintivo costituito da un pugnale, con la punta rivolta verso l’alto, e il numero romano del settore.

Durante la seconda guerra mondiale oltre a presidiare i settori di competenza operò sul fronte occidentale contro la Francia, ebbe anche il primo caduto italiano della guerra, il S.ten. Beppino Nasetta a cui fu assegnata la Medaglia d’Argento al V.M. Operò inoltre contro la Grecia e nel 1941 contro la Iugoslavia. Terminate le ostilità con la Grecia venne dislocata lungo le coste per formare le batterie antisbarco. In Africa settentrionale operò sul fronte con la Tunisia e con l’Egitto, inoltre fu impiegata nelle batterie contraeree a Tobruk, contribuendo anche nell’abbattimento di Italo Balbo avvenuto per errore dalla contraerea italiana.

L’8 settembre, come per tutte le altre forze armate italiane, avvenne la disgregazione dei reparti, con la conseguente prigionia in Germania.

Va comunque ricordato che a Tarvisio i soldati della G.a.F. della caserma Italia resistettero alla richiesta di resa da parte dei Tedeschi affrontando uno scontro impari con 25 caduti. Questo fatto d’armi è il primo esempio delle truppe italiane che obbedirono agli ordini del Maresciallo Badoglio, che imponeva la resa agli alleati e di resistere ad ogni attacco da qualsiasi altra parte giungesse.

Con la fine della guerra la G.a.F. viene sciolta e non ricostituita.

La G.a.F. ha ottenuto 34 Medaglie d’Oro concesse a militari appartenuti a vario titolo al corpo.

DA GUARDIA ALLA FRONTIERA AD ALPINI

Nel primo dopoguerra, con il confronto apertosi tra i due blocchi, Occidente e Unione Sovietica, viene riscoperta la validità della G.a.F. che viene sostituita dalle truppe d’arresto.

Nel 1952 vengono costituiti i seguenti raggruppamenti, articolati in gruppi di sbarramenti:

XI rgpt., Val Canale, il Canale del Ferro e le relative con valli;

XII rgpt., Valle del But e le valli adiacenti;

XXIrgpt., Val Pusteria e le valli laterali;

XXII l’alta Val Inarco e la Val Venosta.

Nel 1957, con il processo di trasformazione, le truppe di fanteria d’arresto, eredi della Guardia alla Frontiera, vengono inquadrate nelle truppe alpine, con la denominazione di “Alpini da posizione”.

I reparti di alpini da posizione vengono inquadrati nei seguenti raggruppamenti:

11° rgpt., comprende i battaglioni XII, XV e XVI;

21° rgpt., comprende i battaglioni XXIII e XXIV;

22° rgpt., comprende i battaglioni XXIX e XXX;

Il XIX battaglione rimane autonomo.

Nel 1963 i raggruppamenti di alpini da posizione assumono la nuova denominazione di raggruppamenti alpini d’arresto e sono alle dipendenze di:

Truppe Carnia Cadore: 11° rgpt. alpini d’arresto;

Brigata alpina Tridentina: 21° rgpt. Alpini d’arresto;

Brigata alpina Orobica: 22° rgpt. Alpini d’arresto;

Brigata alpina Cadore: XIX° btg. Alpini d’arresto.

Il 1° luglio 1963 i battaglioni alpini d’arresto assumono la denominazione di battaglioni alpini valle con le seguenti denominazioni:

11° rgpt. : Val Tagliamento (ex XV), Val Fella (ex XII) e Val Natisone (ex XIII);

21° rgpt. : Val Brenta (ex XXIII), Val d’Adige (ex XXIV) e Val Leogra (ex XXV);

22° rgpt. : Val Chiese (ex XXIX) e Val Canonica (ex XXX);

XIX btg. : Val Cismon (ex XIX).

Infine nel 1964 si sciolsero i raggruppamenti 21° e 22°, restarono quindi i seguenti reparti di Alpini d’arresto:

11° con Val Tagliamento, Val Fella e Val Natisone;

Val Cismon alle dipendenze della Brigata Cadore;

Val Brenta alle dipendenze della Brigata Tridentina;

Val Chiese alle dipendenze della Brigata Orobica.

Detti reparti sono restati tali fino alla riduzione delle truppe che hanno visto lo scioglimento di tutti questi reparti, avvenuto alla fine degli anni settanta.

Luciano Rinaldi

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